A Celico il melodramma che racconta il presente
Il testo rappresenta il risultato di un lavoro durato cinque anni
L’opera raccoglie e proietta sul palco esperienze vissute dagli autori:
"K”, che raccontò della violenza sessuale subita ad undici anni;
Serap, la turca, viene costretta a seguire il fratello fuori dalla casa
West End perché suo padre la vuole sposata in Turchia.
Il progetto è stato sostenuto dall’ufficio di collocamento della
città bavarese
di Claudio Dionesalvi
Una comunità di produzione artistica tedesca piomba nella presila.
Ritmi metropolitani, germogliati nelle pieghe dell’asfalto di Monaco, sbarcano
in Calabria.
Ventuno giovani di 13 diverse nazionalità si esibiscono su un
palcoscenico dalla struttura tradizionale, ma allestito sulle fluide geometrie
del teatro d’avanguardia.
Evento pirotecnico, coreografico, musicale, multimediale... in una
parola: melodramma. Cinque anni di lavoro e tremila chilometri di viaggio
per mettere in scena un’opera da terzo millennio, concepita ed eseguita
manipolando gli strumenti dell’hip hop, la controcultura nera nata nel
bronx all’inizio degli anni ottanta.
L’esperimento realizzato dal musicista e compositore Vridolin Enxing
consiste proprio nella contaminazione tra un genere classico e le forme
espressive di una modernità corrosiva, ritagliata negli spazi angusti
dei quartieri ghetto, tra uno stereo portatile che spara no te secche e
corpi danzanti nelle gommose movenze della breakdance.
Un’utopia, quella del signor Enxing, sviluppatasi nel lontano 1994,
nei centri giovanili di Monaco.
Due anni dopo, grazie anche al sostegno economico delle autorità
politiche tedesche, nasceva la WestEndOpera. Nel novembre 1997, ben 132
giovani partecipavano alle fasi preliminari della costruzione dello spettacolo.
Un lavoro consuntivo sull’attore, che si sviluppava attraverso la rivisitazione
di tutti i campi della produzione scenica. Un mese più tardi, quei
giovani, la maggior parte dei quali letteralmente rubati al marciapiede,
cantavano, facevano rap, ballavano, andavano sugli skates, filmavano, componevano
testi.
Miracoli di fine millennio: la morte dell’arte, come valore assoluto,
genera artisti in ogni angolo del pianeta. Gli allievi della West End si
spogliavano dei panni di tossicodipendenti, disoccupati, "senza fissa dimora”
e studenti perpetui. Si erano trasformati in artisti.
L’opera, intanto, iniziativa a prendere forma. Il Comitato alla Cultura
del consiglio della città di Monaco finanziava il progetto con un
totale di 250mila marchi. Ad ogni partecipante veniva corrisposto un compenso
di nove marchi ad ora. Nel’98 interveniva in sostegno dell’iniziava persino
l’ufficio di collocamento di Monaco. Il ministero sociale concedeva un
locale per le prove.
Giovanni un tempo estranei al professionismo teatrale si impadronivano
degli strumenti tecnici e culturali per affrontare l’impatto con il pubblico.
Le fasi preparatorie introducevano un programma di lavoro basato sulla
fotografia, il video, l’uso del computer, la tecnica di lavorazione del
legno e metallo. Il teatro diveniva cavallo di Troia delle coscienze, incuneandosi
tra i fotogrammi della realtà, senza rifugiarsi nelle grottesche
manie di professionismo, che spesso caratterizzano le italiche "scuole”
teatrali d’avanguardia.
L’opera raccoglie e proietta sul palco esperienze vissute dagli autori:
"K”, che ha subito una violenza sessuale ad undici anni; Serap, la turca,
viene costretta a seguire il fratello fuori dalla casa West End perché
suo padre la vuole spossata in Turchia.
Alle spalle dei personaggi, incombe un maxi schermo, sul quale scorrono
immagini corredate di sottotitoli in italiano.
Nel mese scorso, dopo la prima a Monaco, la West End Opera iniziava
il tour europeo per approdare in Italia all’inizio di questa settimana.
Con il sostegno del sindaco di Monaco, Christian Ude, e del vice presidente
del consiglio regionale della Calabria, Enzo Caligiuri, la compagnia reciterà
per due settimane in Italia meridionale.
Sabato 10 luglio, alle 22, sarà a Celico, nell’anfiteatro del
pattinodromo comunale.
Ad ospitare Enxing e i giovani della West End è Giovanni Turco,
comico dell’arte, fondatore della Teatri Organizzati Nord Terronia. Turco
si è fatto promotore, negli ultimi anni, di un approccio all’arte
drammatica molto simile a quello dei suoi amici e colleghi provenienti
da Monaco.
Sabato, a Celico, l’ingresso sarà libero. Gli organizzatori
sperano che anche il pubblico sia libero da freni inibitori e reagisca
alle innumerevoli stimolazioni che partiranno dal palco. Il finale prevede
una sorpresa esplosiva. Gli appassionati cosentini di hip hop non nascondono
una certa curiosità e salutano l’iniziativa con l’inconfondibile:
<<Bella stò>>.